C’è una mostra a Parma in occasione del trentennale della scomparsa di Luigi Ghirri, uno dei maggiori fotografi italiani del 900, in cui sono esposti più di duecento suoi lavori (Labirinti della Visione, Palazzo del Governatore, fino al 26 febbraio).
Vogliamo iniziare questo nuovo anno con due parole così care a Ghirri:
sguardo e postura.
Sguardo, perché se è vero che “le categorie dello stupore e dell’incanto sono ben lontane da noi, che non siamo bambini in un mondo vecchio” è vero anche che non sono del tutto sopite o disperse. Forse, dice Ghirri, è sufficiente riprendere e praticare strade meno consumate e tracciarne di nuove.
“Il mio tentativo di vedere ogni cosa che è già stata vista, e di vederla come se la guardassi per la prima volta, può apparire presuntuoso e utopistico. Ma attualmente è questo che mi importa maggiormente.”
E non è un caso, che proprio tra le sue foto più belle a nostro parere, ci siano quelle fatte nello studio di Giorgio Morandi, importante pittore del Novecento italiano. Uno che ha dipinto e ridipinto gli stessi poveri oggetti di casa, con variazioni minime fatte di mutamenti di luce, di colore o di posizioni.
Morandi dipingeva le stesse bottiglie e stava a sistemarle per ore, con una minuzia che a noi può sembrare inspiegabile. Eppure, ogni suo lavoro, che a uno sguardo superficiale appare ripetitivo, risulta differente e carico di significato.
©Luigi Ghirri, Studio Morandi
E allora Ghirri nel ‘91 va a fotografare quello studio in via Fondazza a Bologna, con devozione.
“Sembrava che ogni giorno partisse per andare a scuola. O che andasse a imparare qualcosa…Dove Morandi teneva i piedi quando dipingeva…dove cadeva la luce…la sospensione, la contemplazione degli oggetti più comuni.
Quello che vedeva nello studio di Morandi, non era solo la tana di un grande pittore. Ci vedeva le tracce di una disciplina e d’una postura davanti alle cose. Ghirri diceva che nel fotografare, la cosa più importante è la postura, cioè il modo di porsi davanti a qualcosa, la posizione del corpo e dello sguardo, secondo la cosa da vedere, perché ogni cosa deve essere vista a suo modo, secondo come si offre allo sguardo”
Sguardo e postura, due categorie preziose. Proviamo a tenerle presenti in questo 2023 appena iniziato!