Avete mai visto delle nuvole a forma di stella? O di coniglio? Guardate questo breve video (2 minuti!)
A cloudy lesson, un cortometraggio di Yezi Xue, offre una lettura interessante sul tema educazione e su quanto possa essere utile liberarsi dall’idea che sia solo l’adulto ad insegnare al bambino, in un rapporto unidirezionale.
A noi ha suggerito anche una possibile lettura su qualcosa che ci riguarda molto da vicino.
Cosa vuol dire formare qualcuno? Quando incontriamo dei clienti, come vogliamo porci di fronte a loro? Come il nonno della storia che insegna a soffiare le nuvole come da sempre sa fare o mettendoci a fianco e lasciando spazio all’emergere dell’altro con cui abbiamo a che fare, in uno scambio reciproco che può esplodere in qualcosa di inaspettato?
Ci siamo lasciati provocare da un bambino che soffia nuvole nuove.
Forse è per questo che il termine formare non ci ha mai convinto molto. Convenzionalmente si utilizza e non lo mettiamo certo in discussione. Ma ha qualcosa che un po’ ci disturba perché sembra contenere una certa “presunzione” (prendetela con le pinze!): modellare, dare forma a qualcosa, plasmare.
Ci sembra invece che il nostro compito sia descritto meglio dal verbo orientare con il quale ci troviamo più a nostro agio. Per orientarsi, bisogna avere consapevolezza di dove ci si trova, e riconoscere la direzione verso cui dobbiamo andare. Potremmo tradurre: poniamoci in ascolto, capiamo dove siamo, e in una relazione che andiamo costruendo nel tempo, offriamo degli strumenti critici per trovare insieme la rotta. Lasciandoci sorprendere da quello che può accadere.
Il nonno di questo video fa una cosa bellissima. Si lascia sorprendere dal bambino. Non si arrabbia per l’errore. Ma lo accompagna e anzi, si siede con lui a gustare lo spettacolo offerto da incredibili nuove forme di nuvole.