Vetusto, una parola aulica che spesso usiamo ironicamente. Eppure, abbiamo scoperto che nel suo antico significato di maestoso e venerabile, viene utilizzato oggi per quella foresta straordinariamente conservata che è la Riserva naturale integrale di Sasso Fratino: oltre 700 ettari di foresta preclusa da sessant’anni a tutte le visite, con rare eccezioni per studiosi e ricercatori. Se volessimo sintetizzare, un luogo che in totale assenza di disturbo antropico, vive il suo ciclo naturale: niente viene toccato, nemmeno i tronchi caduti o in decomposizione, tutto ha una sua evoluzione e diviene casa per tante specie scomparse. Abbiamo imparato che la forza di una foresta si basa proprio sulla sua complessità, sulla sua ricchezza: più passa il tempo, più si arricchisce di specie in relazione tra loro e più diventa capace di rispondere ad eventi avversi, resistendo meravigliosamente allo scorrere dei secoli.
Ci sarebbero tantissime cose da raccontare, faggi antichi che hanno 500 anni (cosa succedeva intorno a loro nel 1500?), lupi, aquile reali e picchi neri, rarissimi, che hanno ricominciato a popolare i boschi.
Che strano immaginare cicli così lunghi e così diversi dai tempi a cui siamo chiamati oggi a rispondere!
Ci ha affascinato la storia dell’ uomo, Fabio Clauser (classe 1919) che con la sua visione lungimirante si è battuto negli anni ‘50 perché quel bosco -dal 2017 patrimonio Unesco- di un centinaio di ettari, che gli avevano detto di ripulire l’ha commosso a tal punto da non volerlo turbare nemmeno con il taglio di un solo albero.

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Non stiamo a raccontare la lunga battaglia contro burocrazie, ottusità e convinzioni accademiche che il forestale ha dovuto affrontare in anni in cui il disboscamento era la prassi. Ma ora, il risultato della sua ostinazione, ha un valore inestimabile. Una disobbedienza la sua che ha messo in discussione convinzioni radicali aprendo nuove prospettive. La cosa che ci ha colpito è che dentro l’apparenza di una decisione “conservativa” in realtà c’è tanto futuro: la riserva integrale di Sasso Fratino è un prezioso laboratorio di sviluppo. Non un luogo di divieti ma di straordinarie opportunità di studio e di scoperte.
Ripensiamo alle parole della poetessa polacca W. Szymborska, quando afferma che la scienza senza l’immaginazione e senza intuizione non sarebbe progredita di un passo, senza una disposizione intellettuale a penetrare nella sfera del mistero. In una intervista, Fabio Clauser, alla domanda se sia la natura la grande bellezza risponde:
“ Be’, prenda i fiori di agrimonia con le sue campanule gialle e, all’estremità dei petali, delle codine arricciate: sono bellissimi. Perché sono fatti così, mi chiedo? Per richiamare gli insetti, certo. Ma c’è dell’altro e io non riesco a spiegarmi quella bellezza”.

Vi lasciamo un cortometraggio da vedere che, senza parole, ne racconta lo splendore