Le notizie che arrivano dalle acque di Auckland, dove si sta regatando per la Coppa America, dicono che ce la stiamo giocando con i più forti, i temibili neozelandesi. Ma in questi ultimi mesi di regate dall’altra parte del mondo, un’impresa interessante, al di là dell’esito finale, è stata compiuta.

Perché ci ha interessato approfondire la vittoria di Luna Rossa nella Prada Cup, al grido di Forza Palermo di Checco Bruni?
Perché siamo curiosi, e anche se di vela non mastichiamo, abbiamo cercato di indagare tramite le interviste rilasciate dai protagonisti quali sono stati gli ingredienti dell’impresa compiuta nello scorso febbraio contro gli inglesi di Ineos.

In ordine sparso, e senza vantare conoscenze tecniche che non abbiamo, abbiamo colto questi punti di forza.

Intanto la cosa più ovvia ma meno ovvia: nessuno si è preso un merito personale. Ma tutti hanno sottolineato e ripetuto l’importanza del gruppo.

Max Sirena, lo skipper, afferma: “qui l’eroe è il gruppo, non sono io (…)  Il plus è l’apporto di tutti verso l’obiettivo finale. Ecco una cosa di cui sono felice è come ha risposto il team, soprattutto i giovani, e non solo i velisti. L’atmosfera interna al team è pazzesca, non ho mai visto un gruppo così in sette sfide di Coppa che ho fatto. A Natale, a Capodanno alle 4 del mattino c’era gente dentro la barca a lavorare. E non abbiamo dovuto chiederlo. Rispondono: siamo qui per l’obiettivo. Questo è un qualcosa che ti gratifica. Magari non vinci la regata, ma ciò significa che siamo riusciti a mettere insieme un gruppo di lavoro forte”

Altro punto? La comunicazione interna.
In pratica sulla barca sono tutti connessi. C’è chi parla. Chi parla e ascolta, chi ascolta e basta. Ma tutti sanno cosa sta succedendo in tempo reale.
Ed è poco secondo voi? Per la nostra esperienza con le aziende in questi anni, abbiamo visto che una comunicazione interna efficace e una condivisione di quello che sta accadendo è fondamentale. Tutti ne parlano ma pochi la praticano realmente.

 

TeamLunaRossa - Copia

 

Checco Bruni parla poi di continuità con il passato: nello specifico si riferisce alla differenza con De Angelis e Cayard che, con Il Moro e con Azzurra, erano stati dei pionieri. Luna Rossa si inserisce invece nel loro solco, è più “fortunata” perché può godere delle esperienze precedenti. Ogni sfida italiana ha aggiunto un pezzettino e tutto questo cammino li ha portati ora ad essere dove sono. Una squadra vincente sì, ma con alle spalle tante persone che hanno provato e rischiato.

Si parla quindi di continuità ma anche di sviluppo. Perché nel tempo il team è diventato sempre più specializzato, la tecnologia sempre più evoluta e per la prima volta nella storia della vela si è osato modificare una regola consolidata: Luna Rossa è il primo equipaggio al mondo con due timonieri, invece che uno solo, cosa che ha assicurato fluidità e continuità nella conduzione della barca. Due timonieri, Checco Bruni e James Spithill, che con Pietro Sibello, randista, si sono giocati al 100% questa nuova e innovativa sfida. Tra l’altro, tre uomini al comando che per tutto il tempo della gara si sono parlati per decidere insieme come agire. Racconta sempre Sirena: “Durante tutta la fase di pre-partenza si parlano, per decidere il posizionamento della barca, per il ri-approccio della dritta, prima cioè del passaggio di consegne. Questo è un elemento fondamentale ed è credo il vantaggio che abbiamo”. E si parlano anche durante la gara? “Certo, fanno partire sempre la discussione. Uno vede il salto di vento e l’altro no…”

Anche qui, confronto, condivisione, visioni e competenze che si incontrano e si scontrano. Mica male.
Luna Rossa ha sicuramente sparigliato le carte.

E poi, non dimentichiamoci di un aspetto che magari non sarà essenziale per vincere, ma che aggiunge qualcosa a quelle giornate in mare. Quando American Magic si è ribaltata (e Luna Rossa ha vinto la gara) tutti i team si sono immediatamente mossi per soccorrere l’equipaggio. Sempre Sirena:
“Una cosa importante che è emersa in questo episodio è il livello di professionalità ma soprattutto di fairness e sportività da parte di tutti i team. Tutti siamo andati a prestare soccorso. Noi abbiamo fornito attrezzature, un gonfiabile, uomini e pompe per svuotare lo scafo dell’acqua. Abbiamo reagito come normale che fosse, lo avrebbero fatto anche loro se fosse successo a noi”. Solidarietà e disponibilità nel momento del bisogno, anche con gli avversari, insomma qualcosa di cui far tesoro!