Qualche giorno fa è venuto a mancare Christo, un artista noto in Italia anche a coloro che non si interessano di arte, per la spettacolare installazione The Floating Piers, realizzata sul Lago di Iseo.
In questi giorni è stato scritto tanto su di lui e sulla sua opera complessiva e non è certo competenza nostra entrare nel merito del valore del suo percorso artistico.
Ci preme piuttosto condividere un aspetto che ci ha coinvolti del suo metodo di lavoro; un aspetto che ci ha ispirato in questi anni e ci ha restituito un’immagine concreta di come sia possibile stare di fronte ai momenti critici.
Le politiche aziendali attuali sono ancorate a retaggi del passato e affrontano le sfide e le criticità tentando di colmare le lacune, quello che in inglese chiamiamo “bridging the gap”. È naturale ed è sano ma crediamo che Christo, con le sue opere visionarie ma concrete e saldamente legate ad una progettazione meticolosa, ci illumini su un aspetto che spesso trascuriamo, insomma ci faccia fare un passo in più: l’artista nelle sue opere affronta e supera problematiche e distanze apparentemente incolmabili creando qualcosa di assolutamente bello e inedito. Lui non trascura il gap, lo guarda, lo ama e lo utilizza. Insomma, non cerca di colmarlo, ma lo abbraccia generando valore.
Se prendiamo spunto proprio dalla splendida passerella che per 15 giorni ha collegato Montisola, Sulzano e l’isola di San Paolo, in un’intervista di qualche anno fa lui stesso afferma: “I primi a cui ho pensato sono i 2mila abitanti di Montisola, molti dei quali ogni giorno per andare a lavorare devono superare la barriera dell’acqua. Ho pensato di fare loro un regalo, e per 14 giorni permettere di vincere l’acqua camminandoci sopra”. Un progetto poetico e ugualmente concreto, che ha portato migliaia di persone a percorrere quella distanza tra la riva e l’isola, creando notorietà e un indotto sul territorio di milioni di euro. Ed ha funzionato di più probabilmente di qualsiasi trovata di marketing territoriale.
Sempre da una sua intervista:
“Quello che muove questo progetto come tutti quelli che abbiamo realizzato è la ricerca della bellezza. Quello che andiamo a fare sulle acque del Lago d’Iseo è qualcosa di incredibile, davvero eccitante perché è qualcosa che non si è mai visto e che mai si vedrà e perché comporta sfide a livello tecnico. Mi attrae il vedere il risultato finale, ma anche il come riusciremo a realizzare questa grande passerella”
Con progetti audaci, come li definisce Giuseppe Frangi nell’ interessante articolo che vi segnaliamo, Christo ha consegnato un metodo che può essere applicato anche su orizzonti diversi da quelli artistici.
Progettare, come ha detto lui stesso, è stata una vera “spedizione nell’esistenza”.