Siate in queste pagine, quello che in realtà siete: dei bambini o degli adolescenti che hanno attaccato il loro carro alle stelle (Parlano i ragazzi, giornalino scolastico della Casa del Sole)

Si entra da uno di quei portoni milanesi che danno sulla storica via Broletto. Si sale una rampa di scale nel cortile che ha un’atmosfera da “vecchia Milano” per entrare a visitare un piccolo ma significativo museo appena nato, anche se frutto di un lavoro prezioso e di una ricerca accurata che dura da almeno vent’anni. Siamo nel Museo dei Quaderni di Scuola. Unico al mondo raccoglie ad oggi 2500 documenti tra quaderni, lettere, diari, scritti dai bambini tra il 1700 e i primi anni 2000, provenienti da 35 paesi, in 18 lingue differenti. 

Il museo è tutto racchiuso in una stanza, eppure ci si può passare dentro tanto tempo perché gli spunti di lettura trasversale non mancano. 

                 imm news

 

Si può seguire il percorso cronologico per cercare di ricostruire attraverso gli anni la Storia con la S maiuscola, tramite le parole che i bambini hanno usato nei temi scolastici. Dallo sbarco sulla Luna, ai timori per le tensioni di guerra.
In un quaderno, a proposito del famoso incontro negli anni ‘80 tra Reagan e Gorbaciov, una bambina scrive: “Anch’io sento che lo scopo di questo incontro è importantissimo: penso che la guerra sia una delle cose più brutte che possano capitare perché distruggerebbe le case e soprattutto perché tante persone morirebbero”.
Un’altra ragazzina, seconda media, di Milano, nel 1944 racconta: Ieri era una brutta giornata e pioveva sicché non vi fu neanche un allarmino. Oggi il sole splende un po’ timido e sebbene sia appena l’una ci sono già stati tre allarmi. Io non riesco a capire come si fa a vivere in codesta maniera. Io voglio uscire, prima piove e non posso, poi vi sono gli allarmi e non posso ancora. Ma insomma cosa devo fare tutto il giorno? A questo ci pensa Suor Irma che ci carica ben bene di compiti e lezioni. È vero che anche coi compiti si passa il tempo, ma in quale maniera!

Si può però anche vagare tra parole bambine, lasciandosi catturare dai disegni, dalla grafia curata dei primi del ‘900, dai caratteri orientali sconosciuti, dai racconti più o meno liberi ma pur sempre significativi. Probabilmente riconosceremo qualche copertina tra quelle esposte perché quei quaderni potrebbero essere i nostri. Anche alcuni titoli dei temi ci suonano familiari. Descrivi la tua famiglia, racconta la tua giornata, che cosa ti fa paura? Che cosa sogni di fare? Non c’è scadenza per le domande importanti!

Il museo è piccolo ma è pensato in grande.

Quello che si vede in quella stanza è solo la soglia di un corpus denso e variegato che è stato digitalizzato e archiviato, e poi messo a disposizione di tutti. Inoltre, intorno al museo grazie all’associazione che lo gestisce, fioriscono attività come mostre, laboratori, incontri. Tutti possono collaborare anche inviando il proprio materiale per contribuire all’archivio. È un luogo accogliente, senza età. in cui si ha la netta impressione di essere partecipi di una grande storia collettiva.

Quello dei bambini è uno sguardo sul mondo che ci incalza per limpidezza, che ci sprona a uscire dal binomio giusto/sbagliato, che ci diverte per fantasia, visione, apertura. E per quel modo di parlare della realtà senza artifizi. Ma poi quei bambini e quelle parole che leggiamo a pensarci bene, siamo stati anche noi ed è interessante in un certo modo ritrovarsi e ripensarsi così. Vi lasciamo il link per approfondire le finalità e la storia di questa avventura. C’è anche la possibilità di sfogliare il ricco catalogo online dei quaderni già digitalizzati che riserva non poche sorprese!