Un cane e un armadio. Cosa vi fa venire in mente leggere queste due parole? Non hanno connessioni immediate. Eppure, proprio la distanza che c’è tra di esse può generare e mettere in moto la nostra fantasia. Cosa ci fa un cane dentro (o forse sopra, o davanti o sotto!) un armadio? Potrebbe aver sentito un odore ed essere a caccia di conigli, oppure avere paura di qualcuno che lo sta inseguendo, oppure l’armadio, come nelle Cronache di Narnia, apre su un mondo fantastico e il nostro cane sta partendo per la sua avventura.
Insomma, da due termini apparentemente lontani può scaturire quell’energia narrativa che tutti abbiamo in noi e che bisogna “solo” saper allenare. Si tratta di quel “binomio fantastico”, utilizzato da Gianni Rodari come uno dei numerosi strumenti creativi che servono per risvegliare l’immaginazione. Perché la fantasia non è un dono in mano a pochi, ma una facoltà universale che ha la possibilità di essere allenata, sviluppata, coltivata da tutti. Esistono delle tecniche, esistono degli esercizi da fare; l’errore, ad esempio, può essere un motore per nuove scoperte, quello che avviene per caso può essere valorizzato e può portarti dove non ti aspettavi, i punti di vista possono essere capovolti e la narrazione può contenere aspetti imprevisti, al limite dell’assurdo e non bisogna averne paura perché anche l’assurdo aiuta a leggere meglio la realtà.
Tecniche ed esercizi si basano su principi ben definiti che Gianni Rodari ha raccolto ne La grammatica della fantasia. Questo saggio, pubblicato nel 1973, rappresenta uno dei testi più influenti nel campo della letteratura per l’infanzia e della didattica della creatività. Frutto delle esperienze maturate dall’autore come insegnante, scrittore e animatore di laboratori per bambini e adulti, il libro si propone come una vera e propria guida per l’invenzione di storie, destinata non solo agli educatori, ma anche a genitori, scrittori e a chiunque voglia riscoprire il piacere di ‘giocare’ con le parole.” Ne parliamo perché proprio in questi giorni è uscita un articolo sul New York Times, riportato su Internazionale, “l’America alla scoperta di Gianni Rodari”, in occasione dell’uscita negli Stati Uniti di una nuova edizione della Grammatica della Fantasia.
Mac Barnett, firma dell’articolo, è uno scrittore per l’infanzia ed è entusiasta: “E’ un saggio e che saggio!! (…) Il libro ha un grande valore sia per gli adulti che insegnano ai bambini, sia per quelli che scrivono per loro, così come per chiunque creda nell’importanza delle storie per l’infanzia, che dovrebbero essere importanti per tutti, anche se a volte non ne sono così sicuro.” E ancora: “Rodari propone un modello di istruzione veramente integrato che non ha nessuna gerarchia di materie. È al fondo, una materia unica: la realtà, affrontata da tutti i punti di vista”. E prosegue: “la Grammatica della fantasia non è tanto un manuale su come scrivere per i bambini quanto un trattato sul perché dobbiamo rispettarli in quanto lettori, scritto da un autore che ha fondato il lavoro di una vita sulla capacità di apprezzare nel bambino la sua serietà di fondo, l’impegno morale che mette in tutte le sue cose.”
Come afferma Boero, uno degli studiosi più appassionati di Rodari «La Grammatica della fantasia è il segno della cultura alta di Rodari, della sua capacità di consegnarci, con l’unica preoccupazione che non venisse trasformata in un banale ricettario, un Artusi delle favole, una lezione di grande profondità attraverso un linguaggio semplice fondato sul valore liberatorio dalla parola». «Tutti gli usi della parola a tutti – scriveva Rodari – mi sembra un bel motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siamo artisti, ma perché nessuno sia schiavo».
A noi è venuta voglia di rileggerlo e ve lo consigliamo!