Qualche tempo fa una scrittrice canadese, aveva raccontato sul New York Times di aver dato cento dollari alla figlia, per invitarla a leggere almeno un libro.
“Le ho detto che la lettura l’avrebbe aiutata a capire sé stessa, mi ha risposto -No, grazie, mi basta vivere.”. L’episodio, raccontato sul giornale ha scatenato, come si può immaginare, non poche discussioni: ha senso che la lettura sia un obbligo? Leggere deve essere solo un piacere? Ma è poi così importante per vivere?
Al di là di come sia finita la vicenda, ci ha colpito che Papa Francesco abbia dedicato una Lettera proprio all’importanza della letteratura, addirittura come strumento necessario di formazione. Forse è proprio perché in Miror le opere degli autori, che siano romanzi, saggi o altri scritti, rappresentano una risorsa fondamentale di arricchimento, che abbiamo trovato conforto e conferma nelle sue parole.
Intanto perché, quando leggiamo, scrive il Papa, abbiamo un ruolo profondamente attivo: non solo interpretiamo, ma anche reinventiamo in qualche modo l’opera, con la nostra immaginazione, con la memoria personale, coi sogni, e con le nostre esperienze che aggiungono strati di significato e complessità. È un processo in cui il testo originario prende una forma nuova e unica per ciascuno di noi. Leggere non è qualcosa di statico ma dinamico, innesca scintille che non sappiamo dove ci porteranno.
Gustav Adolph Henning, Ragazza che legge, 1828
“Ognuno troverà quei libri che parleranno alla propria vita e che diventeranno dei veri compagni di viaggio. Non c’è niente di più controproducente che leggere qualcosa per obbligo, facendo uno sforzo considerevole solo perché altri hanno detto che è essenziale. No, dobbiamo selezionare le nostre letture con apertura, sorpresa, flessibilità, lasciandoci consigliare, ma anche con sincerità, cercando di trovare ciò di cui abbiamo bisogno in ogni momento della nostra vita”
Studi scientifici, prosegue il Papa, confermano che leggere porta benefici: la lettura espande il vocabolario, affina il pensiero e sviluppa intelligenza e creatività. Favorisce la concentrazione, riduce stress e ansia, e può persino contrastare il deterioramento cognitivo. Soprattutto, ci prepara a comprendere e ad affrontare le sfide della vita. Immergendoci nei personaggi troviamo riflessi di noi stessi e suggerimenti di strade possibili che non avevamo immaginato.
Infine, la letteratura allena lo sguardo ad abbracciare le esperienze altrui, permettendoci di “vedere attraverso gli occhi degli altri”. Ci apriamo al sentire dell’altro, con comprensione e compassione, vedendone tutte le sfumature. Scopriamo che quello che viviamo, non capita solo a noi ma ha un legame con il resto del mondo.
Leggere non ci salva, ma può renderci più umani.
Pensiamo ad un memorabile passaggio di un breve libro di Alan Bennet, La sovrana lettrice, edito da Adelphi:
Un giorno all’ora del tè, stava leggendo Henry James quando sbottò: “E muoviti!”
La cameriera che stava portando via il carrello del tè, disse: “Chiedo scusa, Maestà “e nel giro di due secondi era già schizzata fuori dalla stanza. “Ma no, non tu, Alice!” le gridò dietro la regina, addirittura rincorrendola sulla porta. “Non tu!”
Una volta Sua Maestà non si sarebbe preoccupata di quello che pensava la cameriera, o di aver ferito i suoi sentimenti; adesso però le dispiaceva e tornando a sedersi, si chiese come mai. Al momento non la sfiorò l’idea che quello slancio potesse avere un nesso con i libri e perfino con quell’irritantissimo Henry James. A tempo debito però se ne accorse e in uno dei suoi appunti successivi, scrisse: “E’ possibile che io mi stia trasformando in un essere umano. Non sono convinta che si tratti di un cambiamento auspicabile.”
E quindi…buone letture a tutti!