Un uomo, un filo teso tra distanze ad altezze da vertigine.
Proviamo un particolare fascino misto a stupore per la figura del funambolo; ne avevamo già parlato qui a proposito di Philip Petit che nel ’74 aveva percorso la distanza tra le torri gemelle.
Oggi vi proponiamo una bella intervista su Vita (1° dicembre 2023) ad Andrea Loreni, funambolo torinese, classe 1975, che in maggio, a Milano, ha camminato tra il Bosco Verticale e la Torre UniCredit.
Si parla di paura, di limite, di libertà ma anche di fallimento e del valore dell’inutilità a discapito del profitto a tutti i costi: ogni passo vale per sé, e non solo in vista di un obiettivo finale.
Alla domanda “cosa significa per lei fare il funambolo” risponde:
Farsi carico del rischio, rendersi disponibile alla fragilità, all’incertezza, ricercare la libertà più importante, quella di essere ciò che siamo in ogni momento. Significa esplorare con curiosità territori nuovi fuori e dentro di me.
E poi sull’importanza dello “stare scomodi” afferma:
Assaggia prima di dire che non ti piace, potresti scoprire che ti piace, oppure capire meglio perché non ti piace e in fondo capire qualcosa di più di te e del tuo modo di relazionarti. Non invito al martirio, in nessun senso, per famigliarizzare con il limite il limite va vissuto, poi non per forza superato, almeno conosciuto. Conoscendo il limite conosciamo anche noi e conoscendoci rischiamo di essere liberi.
Non aggiungiamo altro perché vale la pena leggere l’intervista integrale!
La trovate qui.
Buona lettura!